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<p>Questi tempi chiedono un&nbsp;Superman&nbsp;che vuole salvare, non combattere. Ne &egrave; convinto&nbsp;James Gunn, il regista nerd che dopo aver trasformato i perdenti spaziali dei Guardiani della galassia nella costola pi&ugrave; riuscita degli Avengers, &egrave; stato nominato dalla rivale Warner copresidente e direttore artistico dei DC Studios. Oltre a dirigere&nbsp;Superman, il regista, sceneggiatore e musicista (che ha scontato tempo fa un periodo di purgatorio mediatico per via di antichi tweet scorretti) ha il compito di disegnare l&rsquo;universo di Batman e Joker, Wonder Woman e Flash. Lo abbiamo intervistato.</p> <p>Secondo Umberto Eco, Superman non &egrave; un&rsquo;entit&agrave; astratta e universale ma un mito continuamente ricontestualizzato. Ogni interpretazione &egrave; figlia del proprio tempo. Che tipo di Superman &egrave; il suo? &ldquo;Lo ha scritto Umberto Eco? &Egrave; pazzesco che non l&rsquo;abbia mai letto. Comunque il mio &egrave; un Superman molto gentile, compassionevole e pieno di speranza. Ma penso che il mondo in cui si trova non sia necessariamente cos&igrave;. Del nostro tempo quindi ci dice che abbiamo bisogno di compassione, gentilezza. I valori umani fondamentali, che negli ultimi anni sono stati svalutati e presi in giro&rdquo;.</p> <p>La storia inizia quando Superman &egrave; gi&agrave; in giro da tre anni e sta iniziando a frequentare Lois Lane. Quindi pi&ugrave; che un &ldquo;Superman Begins&rdquo;, &egrave; uno a met&agrave; strada. &ldquo;Volevo evitare la storia delle origini. I bambini nei villaggi pi&ugrave; remoti del mondo sanno che Batman &egrave; diventato tale quando i suoi genitori sono stati assassinati, che Spider-Man &egrave; stato morso da un ragno radioattivo e che Superman &egrave; un alieno mandato dai genitori biologici sulla Terra in un&rsquo;astronave scoperta da un contadino del Kansas. Basta. Nella nostra storia Superman e Lois sono in una fase iniziale. Lui &egrave; ancora una novit&agrave; per il mondo, ma non cos&igrave; tanto che la gente dica: chi &egrave; quello che vola in cielo?&rdquo;.</p> <p>Elia Kazan diceva che il novanta per cento del lavoro in un film &egrave; scegliere gli attori giusti. &ldquo;A un certo punto avevamo tre Superman e tre Lois Lane, li abbiamo provati a coppie: tra&nbsp;Rachel Brosnahan&nbsp;e&nbsp;David Corenswet&nbsp;c&rsquo;era qualcosa di magico. che li distingueva da tutti. Non solo il talento individuale, ma la loro alchimia&rdquo;.</p> <p>Che relazione c&rsquo;&egrave; stavolta tra Superman e Clark Kent? &ldquo;Il viaggio di Superman &egrave; personale. Scopre cose del suo passato che non gli piacciono, reagisce. Lex Luthor agisce contro di lui, mina la sua immagine pubblica e la sua pazienza. Per molti Superman &egrave; la vera identit&agrave;, Clark Kent la maschera: c&rsquo;&egrave; un fondo di verit&agrave;, ma le uniche persone che conoscono davvero il personaggio (Clark Kent, Kal-El, Superman) sono i genitori e i pochi che ne vedono entrambi i lati&rdquo;.</p> <p>&Egrave; un Superman meno cupo delle ultime versioni, c&rsquo;&egrave; un&rsquo;atmosfera fresca, tanti bambini. &ldquo;S&igrave;, &egrave; vitale. Non ha paura di usare gli elementi classici dei supereroi, ma anche di essere diverso&rdquo;.</p> <p>Billy Wilder&nbsp;diceva che va dato al pubblico ci&ograve; che si aspetta, ma non nel modo in cui se lo aspetta. &ldquo;Non ci sono regole certe per il successo, ma io vorrei che i film di supereroi rischiassero di pi&ugrave;. I pi&ugrave; grandi successi (&ldquo;Guardiani della galassia&rdquo;, &ldquo;Deadpool&rdquo;, &ldquo;Iron Man&rdquo;) sono nati proprio da film che, all&rsquo;epoca, erano diversi. Non &egrave; che la gente non vuole pi&ugrave; film di supereroi, &egrave; solo stufa di film mediocri&rdquo;.</p> <p>Nel contesto politico globale il fatto che Superman sia un immigrato che incarna gli ideali americani &egrave; qualcosa di rivoluzionario? &ldquo;Superman, come i miei nonni che venivano dall&rsquo;Irlanda, &egrave; un immigrato. &Egrave; un elemento importante. Ma Superman rappresenta la bont&agrave; e la capacit&agrave; di fare scelte forti di fronte a qualsiasi cosa, indipendentemente da chi o cosa si trovi davanti. &Egrave; figlio dell&rsquo;America, s&igrave;, ma anche del mondo. Non crede che qualcuno meriti di essere ferito o oppresso, in nessun luogo, mai. A volte agisce contro ci&ograve; che le autorit&agrave; pensano che dovrebbe fare, e questo gli crea molti problemi, conseguenze politiche. Sono partito parto da questo: che farebbe Superman se fosse reale, incredibilmente buono e volesse solo impedire che la gente muoia? Il mio Superman ama salvare le persone, molto pi&ugrave; che combattere. Ma le azioni hanno conseguenze, anche politiche&rdquo;.</p> <p>&Egrave; difficile mantenere questo approccio realistico senza accostarsi troppo a un presente cos&igrave; tragico? &ldquo;S&igrave;. Bisogna fare attenzione, rispettare le persone coinvolte nei conflitti e non dare l&rsquo;impressione che Superman (questo ideale di finzione) stia dicendo qualcosa sul loro Paese o sulla loro situazione. Questo film non &egrave; un&rsquo;allegoria del Medio Oriente. Non &egrave; questo il punto. Nella Marvel ogni luogo negli Stati Uniti &egrave; reale, mentre il resto del mondo no, a parte Londra e Parigi, ed &egrave; un messaggio che non mi piace. Nella DC, invece, si vive in un universo alternativo: non New York, Chicago, Los Angeles, ma Metropolis, Gotham, Star City. &Egrave; una realt&agrave; alternativa in cui i metaumani esistono da trecento anni. Quindi raccontiamo storie pi&ugrave; nello stile del&nbsp;Trono di&nbsp;spade&nbsp;o&nbsp;Star Wars, con conflitti che accadono in un altro universo. E questo ci d&agrave; quella libert&agrave; che non potremmo avere se raccontassimo storie ambientate in paesi reali&rdquo;.</p> <p>Quali libri, film e fumetti l&rsquo;hanno ispirata? &ldquo;Due graphic novel in particolare.&nbsp;All Star Superman&nbsp;di&nbsp;Grant Morrison&nbsp;e&nbsp;Frank Quitely &egrave;&nbsp;stata l&rsquo;ispirazione principale. Non per la trama, del tutto diversa, ma per il tono, il modo in cui usano la fantascienza, la palette dei colori, la vanit&agrave; di Lex Luthor. Poi&nbsp;Superman for All Seasons&nbsp;di Jeph Loeb e Tim Sale, che restituisce l&rsquo;anima da ragazzo di campagna di Superman, il suo rapporto con Ma e Pa Kent. E, soprattutto, il film originale di&nbsp;Richard Donner&nbsp;del &rsquo;78. Nel Superman di Christopher Reeve, c&rsquo;era una giocosit&agrave; che si &egrave; persa nei film successivi. Quando salva un gatto, sorride. Quando salva Lois che cade da un palazzo, sorride. Gli piace essere Superman&rdquo;.</p> <p>In ogni film di Superman c&rsquo;&egrave; qualcosa del regista. Nel suo, ci sono la musica, il cane e...? &ldquo;Ho da sempre un legame forte con la musica e il cane&hellip; &egrave; la mia creatura preferita al mondo. Quanto a Superman, anni fa non lo avrei mai detto, ma mentre scrivevo ho capito che &egrave; il personaggio, tra tutti, con cui mi identifico. Non sono gentile, n&eacute; forte come lui. Ma lui &egrave; uno che sembra l&rsquo;archetipo perfetto del ragazzo normale, poi per&ograve; si sente del tutto diverso, e solo. Mi sono sentito cos&igrave; per tutta la vita: sembravo diverso dagli altri, ma allo stesso tempo riuscivo a integrarmi, a stare nel sistema. La mia carriera &egrave; mainstream, anche se in un ambito non tradizionale. Ma c&rsquo;&egrave; sempre una parte di me che non si sente di questo mondo, che vorrebbe solo essere umano e cerca di capire come si fa. Ed forse &egrave; questa l&rsquo;unicit&agrave; del mio Superman. Ah, e poi il cane. L&rsquo;ho gi&agrave; detto del cane?&rdquo;</p> <p>Adesso la parola passa al pubblico: &ldquo;Superman&rdquo; &egrave; in sala dal 9 Luglio.</p>
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