In the mood for love

IN THE MOOD FOR LOVE
(In the mood for love, Hong Kong, 1999, col.)
Durata 98’
Regia Wong Kar-wai
Sceneggiatura Wong Kar-wai
Produttore Wong Kar-wai
Musica Michael Galasso
Montaggio William Chang Suk-ping
Personaggi ed interpreti Maggie Cheung (Su Li –Zhen), Tony Leung (Chow Mo-Wan), Rebecca Pan (Mrs.Suen), Lai Chen (Mr.Ho), Siu Ping-lam (Ah-Ping)
Trama
1962. Redattore di un quotidiano, Chau si trasferisce con sua moglie in un palazzo dell'affollatissima Hong Kong e fa la conoscenza di Li-chun, una donna giovane e molto bella che vive col marito nello stesso stabile. Le ripetute e prolungate assenze per lavoro dei rispettivi coniugi li portano a trascorrere molto tempo insieme, fino a che la scoperta parallela di un comune tradimento modificherà il loro rapporto...
Il regista Wong Kar-wai – in questi giorni nelle sale con il film “2046” - è uno dei principali esponenti del nuovo cinema asiatico che da qualche anno a questa parte tanto successo riscuote presso il pubblico e la critica europei. Anche “In the mood for love”, il suo penultimo lungometraggio, presentato nel 1999 al Festival di Cannes si è guadagnato ampi consensi ed il premio a Tony Leung come migliore attore.
Questo è il racconto di un amore che viaggia sulle corde del non detto, che viene custodito come un prezioso segreto, protetto dalla forza invadente delle parole. I due protagonisti si incontrano per caso, e lentamente si riconoscono l' uno nella solitudine dell' altra; iniziano così a condividere alcuni momenti delle loro giornate, frammenti della propria intimità.
Sullo sfondo c'è Hong Kong, città frenetica e popolatissima come oggi, ma ancora in grado di offrire rifugi “familiari” ai propri abitanti. Vicoli piovosi, vecchi edifici, angusti corridoi e persino stanze d' albergo: tutti i luoghi deputati agli appuntamenti dei personaggi sono immersi in un' atmosfera plumbea e sfumata, che conferisce alla pellicola un fascino crepuscolare e rende indefinite le immagini, così come poco definita è la natura della loro amicizia.
Il sentimento che nasce fra loro viene descritto attraverso le piccole attenzioni che senza clamori rendono due individui una coppia: un ombrello offerto come riparo dalla pioggia, cenare insieme, la preoccupazione reciproca. Ma è anche narrata dai dettagli su cui il regista volutamente indugia, come i vestiti indossati dalla protagonista (davvero splendidi), l' arredamento delle case, le inquadrature che colgono le azioni di sfuggita, quasi fossero elementi secondari rispetto alla storia.
Spartendo una quotidianità loro negata dai rispettivi rapporti coniugali, i due si scoprono anime affini, e vengono investiti da una nuova energia, una ventata di gioia.
Tuttavia questo è un amore destinato a rimanere – anche quando il tradimento degli altri potrebbe giustificarlo – inespresso, almeno sullo schermo. Il pudore che contraddistingue entrambi viene rispettato fino all' ultimo: se fra loro c'è stata passione fisica questa resta celata, affidata soltanto alla memoria di un albero secolare, mentre lo spettatore si perde nel dubbio.
Ciò non annulla il suo valore di storia esemplare, che in silenzio si fa strada fra le emozioni di ognuno.