Adonis Creed è prossimo a ritirarsi, gli manca solo di vincere un ultimo incontro per uscire di scena nel modo più glorioso e poi dedicarsi alla famiglia per proteggere la propria salute dalle fratture e dalle contusioni del ring. Del resto anche sua moglie, prossima al rischio di perdere l'udito come la figlia non udente, ha lasciato la carriera di cantante e ora si limita a produrre i successi discografici di altri. Quando però Adonis incontra Damian, detto Dame, suo vecchio amico dei giorni in cui viveva in una casa famiglia, realizza di avere con lui un debito da pagare. Damian infatti era andato in galera nel corso di una rissa che proprio lui aveva scatenato e Adonis non gli è stato vicino negli anni di carcere. Damian sembra chiedere l'impossibile, un incontro di pugilato per il titolo dei pesi massimi, e Adonis non può rifiutare.

“Creed III” si apre all’insegna della maturità, dello sviluppo personale e familiare del protagonista. Proprio da questa impostazione iniziale si comprende come l’intero film segua una strada molto più intimista e riflessiva rispetto ai due precedenti, ricordando i primi film dedicati a Rocky Balboa. Viene dato ampio spazio alla narrazione personale dei personaggi, in modo da permettere la comprensione dei loro gesti, delle loro intenzioni e motivazioni. Certo la mancanza di un attore carismatico come Sylvester Stallone si sente, ma si capisce che era giusto staccarsi dal personaggio principale per non rimanerne schiavi.

La saga ormai ha trovato la sua strada e Michael B. Jordan è perfettamente in grado di portare avanti la trama da solo, anche dal punto di vista registico; la lunga sequenza centrale in cui vengono mostrati in maniera parallela gli allenamenti dei due contendenti al titolo dei pesi massimi è il culmine del lavoro che Jordan ha cercato di costruire lungo tutta la pellicola, caratterizzata da un ritmo via via sempre più incalzante ed una colonna sonora accattivante. Le scene dedicate al pugilato sono ben calibrate, ben coreografate e spettacolari. Sicuramente una nota di merito spetta alla new entry del cast, l’antagonista, un personaggio in cerca di vendetta e riscatto, pronto a tutto per ottenere ciò che ritiene gli sia stato portato via ingiustamente e che ritiene gli spetti di diritto. E, come sempre succede nei film della saga, l’incontro finale segnerà la resa dei conti, in un ring che prende per un momento la forma di una prigione, con una delle trovate migliori di tutto il film.

Michael B. Jordan ha già confermato la produzione di un quarto capitolo e sarà molto interessante vedere quale strada prenderà il suo personaggio in futuro, magari diventando lui stesso il mentore di un nuovo campione.