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Dante

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Si capisce da subito che Pupi Avati è particolarmente orgoglioso del suo ultimo film. Aver potuto realizzare “Dante” per lui ha significato portare a termine il lavoro di una vita, un progetto nato prima come libro e ora diventato film. “È sempre stato celebrato un Dante militante e poco affettuoso e così a scuola lo abbiamo odiato, hanno fatto di tutto per allontanarcelo e invece bisogna avvicinarlo a noi. Ho sempre pensato che il Divin Poeta andasse risarcito”.

L'arte giustifica una vita? “Sicuramente sì nel caso di Dante e di Boccaccio e forse questo vale anche per me anche se, devo confessare, il regalo più bello per mia moglie sarà dirle: smetto di fare cinema.”

Siamo nel 1350 e Giovanni Boccaccio (Sergio Castellitto) viene incaricato di portare dieci fiorini d'oro come risarcimento simbolico a Suor Beatrice, figlia di Dante Alighieri (Alessandro Sperduti), monaca a Ravenna nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi. Dante è morto in esilio nel 1321 ma la sua fama si è diffusa ovunque. Gli ultimi suoi vent'anni sono stati terribili cercando ospitalità dopo una condanna al rogo e alla decapitazione inflitta sia a lui che ai suoi figli maschi fuggiti a loro volta da Firenze. I dieci fiorini sarebbero proprio il risarcimento simbolico per la confisca dei beni e l'ingiusta condanna. Contro quella parte del mondo ecclesiale che considera la Commedia opera diabolica, Boccaccio accetta quest'incarico anche per poter svolgere un'indagine su Dante che gli permetta di narrarne la vicenda umana e le ingiustizie patite. Nel suo lungo viaggio Boccaccio oltre alla figlia incontrerà chi, negli ultimi anni dell'esilio ravennate, diede riparo e offrì accoglienza e chi, al contrario, respinse e mise in fuga l'esule. Da Firenze a Ravenna, Boccaccio sosta negli stessi conventi, borghi e castelli, il tutto per ricostruire la sua intera storia. Nel cast Enrico Lo Verso, Alessandro Haber, Gianni Cavina, Leopoldo Mastelloni, Ludovica Pedetta, Morena Gentili, Romano Reggiani.

Sergio Castellitto si è calato nei panni di Boccaccio. “Nel mezzo del cammin di nostra vita è un pezzo un po' psichiatrico, nessuno ha mai osato raccontare la sua vita; la Divina Commedia di Dante è rimasta sola parola e quella non può essere rappresentata. Ce l'hanno fatto studiare per forza, ma nessuno ci ha mai raccontato che era stato cacciato, era un soldato ed era anche stato povero. Insomma che era uno di noi. Ma Dante era anche un poeta, uno capace di entrare in un buco nero e tirar fuori una pepita d'oro. Comunque è sempre stato un ragazzo, altrimenti artista muore. Questo è un film che puzza. Boccaccio, se si pensa bene, ha fatto un viaggio lungo e faticosissimo, ha la scabbia, ha fame. E tutte queste imperfezioni dell'uomo si vedono tutte”.

Avati, che legami sente di avere con Dante? “Soprattutto l'adolescenza. Quando avevo quindici anni sono andato dietro per tre anni a una certa Paola Zuccotti senza sentire mai la sua voce. Mi riconoscevo insomma pienamente nella storia d'amore che Dante racconta nella vita Nova”.

In Italia è difficile realizzare un film del genere? “Non è una cosa che riguarda solo il cinema, ma in particolare è l'Italia che si è privata di ogni ambizione. Ormai nessuno ne ha più e se fa una cosa dice di avere anche un piano B. Ora chi ha il piano B alla fine si ritrova a fare quello. Io Invece ho impiegato vent'anni a fare questo film e ciò dimostra che i sogni sono possibili anche se oggi non ci crede più nessuno.”

E sentire un grande regista come Avati dire di aver realizzato un sogno fa veramente effetto.

Scheda film: Dante

  • Nazione: Italia
  • Anno: 2022
  • Genere: Biografico
  • Durata: 102'
  • Regia: Pupi Avati
  • Cast: